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10.Intelligenza Artificiale: cosa cambia nel mondo del lavoro
Gino Visciano |
Skill Factory - 21/12/2025 17:30:41 | in Home
«L'Intelligenza Artificiale non pensa per noi, ma espande i confini di ciò che la nostra mente può concepire e immaginare...»
Quando si parla di intelligenza artificiale, la domanda più frequente è: "cosa cambierà e se sostituirà l'intelligenza umana?"
L'attuale IA, quella debole, applicata nel mondo del lavoro può essere considerata semplicemente come l'aumento delle nostre capacità intellettuali.

Dire che l’IA aumenta le nostre capacità intellettuali significa riconoscere che alcune funzioni cognitive come:
• analizzare grandi quantità di informazioni;
• individuare pattern;
• sintetizzare contenuti;
• generare alternative;
possono essere svolte in modo più rapido ed efficace con il supporto di sistemi di intelligenza artificiale. Non perché “pensino meglio”, ma perché operano su scale e velocità superiori a quelle umane.
COSA VUOL DIRE, IN CONCRETO, “AUMENTARE LE CAPACITÀ INTELLETTUALI”
Nel lavoro quotidiano, gran parte dell’attività intellettuale non consiste nel prendere decisioni strategiche, ma nel preparare il contesto per poterle prendere, ad esempio: raccogliere dati, leggerli, confrontarli, riassumerli, verificare ipotesi. Sono attività cognitive a tutti gli effetti, ma ripetitive e dispendiose in termini di tempo.

L’IA interviene proprio qui, perché:
• riduce il tempo necessario per arrivare a una visione d’insieme;
• propone alternative valide e nuove idee;
• abbassa il costo cognitivo di analisi complesse;
• rende accessibili capacità avanzate anche a chi non è uno specialista.
Ad esempio, analizzare decine di documenti, report o mail non è difficile dal punto di vista concettuale, ma lo è dal punto di vista pratico. Un sistema IA può farlo in pochi secondi, lasciando alla persona il compito più rilevante che è quello di capire cosa fare di quelle informazioni.
L’importanza dell’IA non sta tanto nell’automazione in sé, quanto nel suo impatto sul modo in cui le persone usano il tempo e l’attenzione. Quando il carico cognitivo di base diminuisce, emergono nuove possibilità:
• più spazio per il ragionamento critico;
• maggiore attenzione al contesto e alle implicazioni;
• decisioni meglio informate, anche in tempi rapidi.
L'IA non serve per “pensare al posto nostro”, ma serve per "pensare meglio".
È importante chiarire un equivoco frequente! Aumentare le capacità intellettuali non significa delegare il pensiero all’IA, ma significa usare strumenti che migliorano la qualità del pensiero umano, così come il calcolo automatico ha migliorato l’ingegneria o il foglio di calcolo ha trasformato la contabilità.
L’IA:
• propone, ma non decide;
• suggerisce, ma non assume responsabilità;
• accelera, ma non dà senso alle cose.
L'IA non ha l'etica e l'empatia, i pilastri che sorreggono ogni decisione che impatta sulle persone, quindi la responsabilità delle scelte è degli uomini.
PERCHÉ QUESTO RIGUARDA TUTTI
L'aumento cognitivo non è limitato solo a ruoli tecnici o altamente specializzati, ma riguarda chiunque lavori con informazioni, testi, dati e deve prendere decisioni, come ad esempio:
• impiegati;
• manager;
• studenti;
• professionisti.
La differenza non la fa il settore, ma la capacità di integrare l’IA nei propri processi mentali e lavorativi.

Chi impara a usarla come supporto al pensiero:
• lavora meglio e più velocemente;
• apprende più in fretta;
• affronta problemi più complessi con meno difficoltà.
L'introduzione dell'IA nelle aziende riduce costi e tempi, mentre i professionisti che la sanno usare aumenteranno il proprio valore di mercato.
Chi ignora l'IA rischia di restare indietro non perché “sostituito da una macchina”, ma perché meno efficiente di chi la usa.
VANTAGGI CONCRETI DELL'IA NEL MONDO DEL LAVORO
L'utilizzo dell'IA nel mondo del lavoro, concretamente offre i vantaggi seguenti:
• automazione delle attività ripetitive;
• aumento della produttività individuale;
• maggiore valore alle competenze decisionali.
Per le aziende questo si traduce in:
• meno tempo su compiti a basso valore;
• supporto decisionale continuo;
• migliore utilizzo dei dati già disponibili;
• riduzione degli errori operativi.

Naturalmente non bisogna dimenticare che l'IA non comprende il contesto umano come una persona e può sbagliare in modo convincente (Allucinazioni).
PERCHÉ INTRODURRE L’IA IN AZIENDA NON È PIÙ OPZIONALE
Introdurre l’IA in azienda oggi non significa essere “innovativi”, ma rimanere "competitivi". La maggior parte delle organizzazioni non parte da zero: dispone già di dati, processi digitali, strumenti informatici. L’IA agisce come un moltiplicatore di valore su ciò che esiste già.
Le aziende che usano l'IA ottengono i seguenti vantaggi cumulativi:
• imparano prima a usarla correttamente;
• costruiscono più velocemente le competenze interne;
• migliorano i processi in modo incrementale.
Chi rimanda, invece, non resta fermo, ma accumula ritardo.
Il punto critico è la formazione delle persone. La tecnologia, da sola, non produce risultati; il vero fattore discriminante è la capacità delle persone di usarla in modo consapevole.
Formarsi sull’IA oggi non significa diventare data scientist o programmatori, ma:
• capire cosa può e cosa non può fare;
• saperla integrare nel proprio lavoro quotidiano;
• valutare criticamente gli output.
La cosa importante è acquisire la cultura e la mentalità giuste per imparare a lavorare con il supporto dell'IA.
Un’organizzazione può acquistare gli strumenti migliori, ma senza competenze interne rischia:
• di usarli male;
• di non usarli affatto;
• affidarsi a decisioni automatizzate senza controllo.
DA DOVE INIZIARE
Per evitare approcci confusi o puramente sperimentali, l’introduzione dell’IA dovrebbe seguire i seguenti passaggi chiave.

1. Individuare i processi a maggior impatto
Non “mettere l’IA ovunque”, ma partire da:
• attività ripetitive;
• flussi informativi complessi;
• colli di bottiglia operativi.
2. Coinvolgere le persone che lavorano sui processi
Chi conosce il lavoro quotidiano è fondamentale per:
• identificare inefficienze reali;
• valutare se l’IA produce valore o solo rumore.
3. Introdurre strumenti semplici e misurare i risultati
Meglio piccoli esperimenti controllati che grandi progetti astratti; il criterio non è la novità, ma il miglioramento misurabile.
4. Investire nella formazione continua
La formazione non è un evento una tantum, ma un processo che prevede:
• apprendimento pratico;
• aggiornamento costante;
• condivisione delle buone pratiche.
I RISCHI DI NON AGIRE
I principali rischi che corriamo se non usiamo l’IA o se non la usiamo correttamente perché non siamo stati formati adeguatamente sono i seguenti:
1. Perdita di competitività: stessi costi, meno produttività rispetto ai concorrenti;
2. Decisioni più lente e meno informate: quando il mercato accelera, la lentezza diventa un problema strategico;
3. Dipendenza da competenze esterne: mancanza di autonomia e maggiore esposizione a errori;
4. Uso improprio o inconsapevole dell’IA: strumenti usati senza controllo aumentano i rischi, non li riducono;
5. GAP culturale: subire il cambiamento invece di governarlo.
L’intelligenza artificiale non è una scelta tecnologica, ma organizzativa e culturale.
Le aziende e i professionisti che iniziano ora non avranno necessariamente più strumenti, ma più competenza nell’usare quelli disponibili.
Oggi la tecnologia corre più veloce della nostra capacità di adattamento. In questo scenario, l’unico vero rischio strategico è restare spettatori dei cambiamenti. L'uso consapevole dell'IA diventa quindi fondamentale per governare la complessità e trasformare il progresso tecnologico in un'opportunità di crescita, restando sempre alla guida dell'innovazione.
Nel prossimo articolo parleremo di come cambierà il mondo della formazione con l'intelligenza artificiale
1.Intelligenza Artificiale: se la conosci non la temi
2.Intelligenza Artificiale: i modelli linguistici di grandi dimensioni
3.Intelligenza Artificiale: le reti neurali artificiali
4.Intelligenza Artificiale: tipi di reti neurali artificiali
5.Intelligenza Artificiale: IA Generativa
6.Intelligenza Artificiale: modelli pre-addestrati di IA locali
7.Intelligenza Artificiale: come creare una chatbot per conversare con Llama3
8.Intelligenza Artificiale: come addestrare LLAMA3 attraverso un Fine-Tuning di tipo no coding
9.Intelligenza Artificiale: cosa dobbiamo sapere su ai act e deepfake
L’etica della formazione come responsabilità professionale
Gino Visciano |
Skill Factory - 13/12/2025 18:42:20 | in Home
L’etica della formazione si riferisce ai principi, ai valori e agli ideali che guidano l’agire educativo e formativo, concentrandosi sulla crescita culturale, civile e professionale della persona e sulla responsabilità di educatori e formatori. In altre parole, significa utilizzare l’educazione e la formazione per ciò che sono realmente, mettendo al centro i destinatari dell’azione educativa e formativa e le loro esigenze, senza farsi distrarre da altre finalità.

L’etica della formazione è una riflessione critica e un orientamento pratico che assicura che l’azione formativa sia non solo efficace, ma anche giusta, responsabile e orientata al bene comune e alla piena realizzazione della persona.
È POSSIBILE PARLARE DI ETICA DELLA FORMAZIONE SENZA SEMBRARE MORALISTI?
Secondo il mio punto di vista, sì.
Non solo è possibile, ma è necessario.
Basta trattare l’etica come criterio di qualità e non come elemento di giudizio.
Ecco un elenco di valori etici fondamentali nella formazione, concepiti per guidare sia l’agire educativo sia la progettazione dei percorsi formativi:
• Centralità dei destinatari: porre al centro le esigenze, i bisogni e lo sviluppo delle persone coinvolte;
• Responsabilità: assumersi la responsabilità delle scelte formative e dei loro effetti nel breve e nel lungo periodo;
• Trasparenza: essere chiari su finalità, metodi, criteri di valutazione e risultati attesi;
• Equità e inclusione: garantire pari opportunità di accesso e trattamento, valorizzando la diversità;
• Onestà intellettuale: fornire contenuti corretti, aggiornati e basati su evidenze, evitando manipolazioni o semplificazioni fuorvianti;
• Autonomia ed empowerment: favorire lo sviluppo della capacità critica e della responsabilità individuale dei partecipanti;
• Coerenza tra mezzi e fini: assicurare che metodologie, contenuti e obiettivi siano allineati;
• Sostenibilità: progettare percorsi formativi capaci di generare impatti duraturi, non solo risultati immediati;
• Rispetto della dignità: riconoscere il valore dell’esperienza e dell’apprendimento di ogni partecipante;
• Orientamento al bene comune: considerare gli effetti della formazione non solo sul singolo, ma anche sul contesto sociale e organizzativo.
Quando l’etica è trattata come criterio di qualità, consente di osservare le scelte formative sotto una luce professionale. Le considerazioni principali sono:
1. Non giudicare le persone, ma i processi e i risultati;
2. Spostare il focus dalle intenzioni agli impatti;
3. Trattare l’etica come competenza professionale;
4. Comunicare con concretezza e dati osservabili.
L’etica della formazione diventa così una leva per migliorare e assicurare la qualità della formazione, senza apparire moralisti.
IL RUOLO DEI FORMATORI E L’EQUILIBRIO TRA FORMAZIONE SINCRONA E ASINCRONA
Nel contesto dell’etica della formazione, è utile soffermarsi sul ruolo dei formatori e sul corretto equilibrio tra formazione sincrona (in presenza e a distanza) e formazione asincrona (e-learning).
Gli strumenti digitali e le piattaforme di e-learning hanno ampliato in modo significativo le possibilità di accesso, flessibilità e diffusione della formazione. In questo senso, la formazione a distanza rappresenta un supporto efficace e un amplificatore delle potenzialità di docenti e formatori.
Tuttavia, un approccio eticamente consapevole richiede di riconoscere che tali strumenti non possono sostituire completamente il ruolo del formatore. La relazione educativa, il confronto diretto e la capacità di leggere i contesti e le persone restano elementi fondamentali per una crescita professionale reale.
Questo aspetto emerge con particolare chiarezza nella formazione dei giovani, dove il contatto relazionale ed esperienziale tra studenti e docenti è centrale, e in ambiti come la formazione sulla sicurezza sul lavoro, in cui l’apprendimento non riguarda solo il trasferimento di informazioni, ma lo sviluppo di consapevolezza, atteggiamenti e senso di responsabilità. In questi casi, la comprensione reale dei rischi e delle conseguenze dei comportamenti non può essere affidata esclusivamente a strumenti di e-learning.

Un formatore competente trasmette non solo contenuti, ma anche cultura della prevenzione, attenzione e consapevolezza del rischio, elementi che nascono dall’interazione, dall’esperienza e dall’esempio.
L’etica della formazione invita quindi a ricercare un equilibrio: valorizzare le tecnologie come risorsa strategica, senza rinunciare alla presenza qualificata dei formatori, che rimane un fattore determinante per la qualità e l’efficacia dei percorsi formativi.
CONCLUSIONE
Rimettere al centro l’etica della formazione non significa introdurre nuovi vincoli né formulare giudizi, ma recuperare il senso profondo dell’agire educativo e formativo. In un contesto in cui strumenti, progetti e finanziamenti rischiano talvolta di diventare centrali, l’etica aiuta a mantenere lo sguardo orientato verso ciò che conta davvero: le persone e il loro sviluppo.
Assumere l’etica come criterio di qualità consente a dirigenti scolastici, docenti e formatori di compiere scelte più consapevoli, coerenti e sostenibili nel tempo. Non si tratta di opporsi al sistema, ma di rafforzarlo, rendendo la formazione non solo funzionale, ma autenticamente generativa.
In questa prospettiva, l’etica della formazione diventa una responsabilità professionale condivisa e una leva strategica per garantire percorsi formativi capaci di produrre valore reale, duraturo e orientato al bene comune.
Approfondimenti:
1. Buona Formazione: "Come assicurare la qualità della formazione".
2. La qualità della formazione inizia dal confronto.
3. La filiera della Formazione Professionale in Europa e in Italia.
4. Sei uno studente oppure un lavoratore? Scopri qual è il tuo livello di EQF.
Buona Formazione: "Come assicurare la Qualità della Formazione"
Gino Visciano |
Skill Factory - 06/12/2025 12:20:37 | in Home
Oggi parlare di "Buona Formazione" non è un esercizio teorico, ma una necessità concreta. In un mercato del lavoro che evolve rapidamente, la qualità dei percorsi formativi fa la differenza nella crescita professionale dei giovani, nella competitività delle imprese e nella credibilità degli enti di formazione, soprattutto quelli della Campania, dopo il sevizio della trasmissione "Quarata Repubblica" condotta di Nicola Porro.

Ma cosa significa davvero “Buona formazione”?
Garantire una “Buona formazione” significa poter dimostrare che ciò che si fa è efficace, coerente e orientato ai risultati, mettendo al centro dell'azione formativa gli studenti e misurare, con responsabilità e trasparenza, ciò che la formazione produce, ovvero: competenze reali, opportunità di lavoro, crescita personale e professionale.
La "Buona formazione" si garantisce attraverso tre principi chiave:
1. La Centralità degli studenti;
2. Collegamento con il lavoro;
3. Un sistema di garanzia della qualità basato sui dati.
Ogni percorso formativo di qualità deve partire dai bisogni reali degli studenti e offrire loro:
• competenze tecniche solide e aggiornate;
• competenze trasversali essenziali;
• orientamento continuo;
• accompagnamento attivo verso il lavoro.
"La qualità della formazione è reale solo se migliora la vita delle persone".
Il lavoro non è un risultato “a valle” della formazione, ma un criterio di qualità.
La buona formazione deve essere misurabile attraverso indicatori riconosciuti, come quelli definiti dal modello europeo EQAVET (European Quality Assurance in Vocational Education and Training) fondamentali per assicurare la qualità nell'istruzione e formazione professionale (IFP).
Misurare gli indicatori significa trasformare l’idea di qualità in un processo concreto, monitorabile e orientato al miglioramento continuo.

In Skill Factory per garantire la qualità della nostra formazione, costruiamo percorsi altamente professionalizzanti per giovani diplomati e laureati, formando ogni anno oltre 200 studenti nei seguenti profili professionali:
• programmatori;
• software tester;
• sistemisti operativi;
• coordinatori amministrativi;
• esperti ERP;
• specialisti Marketing, Vendite e CRM.
A tutti garantiamo competenze tecniche aggiornate e un forte impegno sullo sviluppo delle soft skills.
Per noi la qualità non è un obiettivo generico, ma un impegno misurabile, attraverso il monitoraggio dei principali Indicatori EQAVET, in particolare:
• Tasso di partecipazione ai percorsi di formazione;
• Tasso di completamento dei corsi;
• Tasso di collocamento dei diplomati nel mercato del lavoro;
• Livello di soddisfazione di studenti e imprese;
• Investimento nella formazione dei formatori e nelle metodologie didattiche;
• Attenzione ai processi di validazione degli apprendimenti non formali e informali.
Questi dati permettono di capire, con evidenza, se stiamo garantendo la buona formazione che promettiamo.
VALUTAZIONE ESTERNA E TRASPARENZA
Per rafforzare ulteriormente il nostro sistema di qualità, collaboriamo con valutatori esterni (“Pari”), esperti della metodologia Peer Review EQAVET.
.
La loro analisi indipendente ci permette di verificare:
• la coerenza del nostro lavoro;
• la validità delle metodologie;
• l'efficacia dei risultati;
• la capacità di miglioramento continuo.
Una formazione di qualità è quella che:
• apre opportunità concrete;
• offre competenze che valgono davvero;
• permette ai giovani di inserirsi nel lavoro con fiducia, preparazione e visione;
• si basa su un sistema trasparente di misurazione, valutazione e miglioramento.
La buona formazione, oggi più che mai, si può garantire solo unendo centralità della persona, connessione con il lavoro e assicurazione della qualità basata sugli Indicatori EQAVET.
Solo così la formazione diventa un investimento reale sul futuro!
Approfondimenti:
1. La qualità della formazione inizia dal confronto.
2. La filiera della Formazione Professionale in Europa e in Italia.
3. Sei uno studente oppure un lavoratore? Scopri qual è il tuo livello di EQF.
Corso gratuito di 60 ore per creare le competenze digitali fondamentali (DIGCOMP2.2)
Gino Visciano |
Skill Factory - 25/09/2025 13:33:10 | in Formazione e lavoro
Nel contesto attuale, caratterizzato da trasformazione digitale e continua evoluzione tecnologica, la Comunità Europea considera la "Competenza Digitale" un requisito imprescindibile per lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva e soprattutto per l’occupabilità.

Per favorire la diffusione delle Competenze Digitali, la Skill Factory, in collaborazione con la Regione Campania, attraverso il programma GOL, organizza un corso gratuito di 60 ore per diplomati disoccupati/inoccupati della Campania.
Il corso, a distanza (DAD), fornisce una mappa chiara delle conoscenze e abilità digitali previste dal modello europeo DIGCOMP 2.2, che ogni cittadino dovrebbe possedere. Queste competenze, oggi più che mai, sono richieste in tutti i settori del mercato del lavoro, pubblico e privato, e costituiscono un criterio di selezione sempre più presente nei bandi e nei concorsi, compreso quello per il personale ATA.
COME FUNZIONA IL CORSO
• 100% online – partecipi comodamente da casa con il tuo computer;
• Lezioni dal vivo con docenti esperti;
• Durata delle lezioni di 4 ore al giorno, la mattina (9.30 - 13.30) o il pomeriggio (14.00 - 18.00), dal lunedì al venerdì;
• Lezioni live interattive con docenti esperti;
• Esercitazioni pratiche e project work finale per mettere subito in pratica quanto imparato;
• Materiali didattici slides in format pdf disponibili sulla piattaforma www.skillbook.it;
• Quiz di autovalutazione per verificare il livello di apprendimento.
COSA IMPARERAI
In 60 ore di formazione online, guidato da docenti esperti, svilupperai competenze in tutte le 5 aree del quadro DIGCOMP:
1. Sistema operativo Windows: gestione dei file, impostazioni, backup e sicurezza.
2. Strumenti Office (Word, Excel, PowerPoint): produzione e gestione di documenti, dati e presentazioni.
3. Outlook e comunicazione digitale: email professionale, calendari, attività e collaborazione online.
4. Navigazione e cloud: ricerca avanzata di informazioni, archiviazione sicura, strumenti collaborativi (Teams, Zoom, Google Meet).
5. Fondamenti di Intelligenza Artificiale: cos’è, come funziona, come usare strumenti di IA per migliorare produttività e creatività.
6. Sicurezza informatica: protezione dati personali, phishing, password sicure, GDPR.
7. Problem solving digitale: come affrontare problemi tecnici, aggiornarsi, imparare a usare nuove tecnologie.
COME PARTECIPARE
• Per partecipare al corso devi essere diplomato disoccupato o inoccupato, domiciliato in Campania;
• Il corso di "Competenze digitali di base" è inserito nel Catalogo formativo Regionale con il codice: 10777;
• Per essere associati al corso e conoscere le modalità d'iscrizione presso il CPI, contattare la segreteria della Skill Factory ai numeri:
08118181361 | 3270870141;
• Altrimenti inviare i propri riferimenti con la richiesta di voler partecipare al corso gratuito di 60 ore di "Competenze digitali di base" (Cod.:10777) all'indirizzo e-mail: recruiting@skillfactory.it.
Il corso per essere avviato dovrà avere almeno 12 partecipanti.
Excel delle meraviglie Lezione 12 - Come creare procedure e funzioni con il Basic (VBA)
Gino Visciano |
Skill Factory - 21/09/2025 01:47:01 | in Tutorials
Durante la mia carriera professionale ho appreso, utilizzato e insegnato quasi tutti i linguaggi di programmazione. Tra questi sicuramente quello a cui sono rimasto più legato per tanti motivi, ma soprattutto per il ruolo che ha avuto nella storia dei linguaggi di programmazione è il Basic, il famoso linguaggio general purpose, perché era adatto a qualunque scopo.

Ricordo il Basic (Beginner's All-purpose Symbolic Instruction Code) per la sua semplicità e per il fatto che poteva essere usato anche da persone poco esperte.
Credo che sia importante far conoscere ai giovani dell'era digitale il Basic, perché ha rappresentato la storia dell'informatica e dei linguaggi di programmazione.
Oggi il Basic, nonostante l'età, è nato alla metà degli anni '60, è il linguaggio di programmazione usato in Excel per scrivere funzioni definite dagli utenti e procedure automatizzate, anche dette macro. Quindi, anche allo scopo di far conoscere il Basic, d'ora in avanti avvieremo un ciclo di lezioni, per imparare a creare in Excel funzioni e macro, utilizzando il linguaggio Basic.
Prima di procedere con questa lezione vi suggerisco di leggere prima la lezione: Excel delle meraviglie Lezione 8 - Come lavorare con le Macro.
Per poter scrivere codice Basic in Excel, dovete aggiungere la scheda Sviluppo, nel modo seguente:
1. Aprite Excel;
2. Cliccate sul menu File;
3. Selezionate Opzioni (in fondo al menu);
4. Nella finestra Opzioni di Excel, seleziona Personalizza barra multifunzione;
5. Nella lista di destra (Schede principali), mettete la spunta su Sviluppo;
6. Cliccate su OK.
Ora nella barra multifunzione di Excel apparirà la scheda Sviluppo, da cui potrete accedere all'Editor VBA (Visual Basic for Application) cliccando sull'icona Visual Basic a sinistra.

COME INIZIARE
Il Basic è un linguaggio di programmazione molto semplice da apprendere e da usare; in Excel è utilissimo perché permette di automatizzare qualunque attività nel foglio di lavoro.
In Excel, con il Basic, potete sia creare procedure, sia creare funzioni; le procedure sono macro e si eseguono usando i tasti ALT+F8, mentre le funzioni restituiscono sempre un valore e vengono eseguite scrivendole nelle celle ("=NomeFunzione()") dove bisogna ottenere il risultato.
Dal punto di vista del Basic potete distinguere le procedure dalle funzioni perché hanno una struttura diversa:
' Procedura
Sub NomeProcedura()
' Inserire qui il codice Basic della procedura
End Sub
' Funzione
Function NomeFunzione()
' Inserire qui il codice Basic della funzione
Function Sub
Ricordate che in Basic, le righe precedute da un apice ('), si usano per commentare il codice, quindi, sono considerate descrizioni o informazioni e non vengono eseguite.
Per creare le procedure e le funzioni dovete prima inserire un modulo utilizzando l'editor VBA (Visual Basic for Application), nel modo seguente:
1. Cliccate sull'icona Visual Basic che appare a sinistra della scheda Sviluppo oppure usate i tasti ALT+F11;
2. Quando appare l'editor VBA, cliccate sul menu inserisci e scegliete il comando Modulo:

3. Successivamente cliccate sul menu Visualizza e attivate la Finestra proprietà oppure usate il tasto F4:
4. Usando la finestra delle proprietà rinominate il modulo con un nuovo nome, ad esempio: "Esercizi":

5. Nel modulo "Esercizi", create prima la procedura e poi la funzione nel modo seguente:

6. Salvate utilizzando il menu File oppure usando i tasti CTRL+S.
Attenzione i file Excel che contengono macro vanno salvati con l'estensione xlsm:

COME ESEGUIRE LA PROCEDURA
Nella procedura il comando ActiveCell.Value = "Ciao Mondo", visualizza il messaggio nella cella in cui si trova il cursore al momento dell'esecuzione della macro.
Per eseguire la procedura o macro, chiudete prima l'editor VBA utilizzando il menu File oppure usando i tasti CTRL+Q; Una volta che siete nel foglio di lavoro, posizionate il cursore nella cella in cui volete scrivere il messaggio ed eseguite la macro nel modo seguente:
1. Attivate la scheda Sviluppo e cliccate sull'icona Macro oppure usate i tasti ALT+F8;
2. Cliccate sulla macro ProceduraStampaCiaoMondo, ed eseguitela:

COME ESEGUIRE LA FUNZIONE
Le funzioni definite dall'utente, vengono eseguite quando si scrivono nelle celle un cui si vuole visualizzare il risultato.
Ricordate che il valore visualizzato nella cella in cui viene scritta la funzione è quello assegnato nel codice Basic alla variabile che ha lo stesso nome della funzione come mostra il codice seguente:
Function FunzioneStampaCiaoMondo()
FunzioneStampaCiaoMondo = "Ciao Mondo"
End Function
Per eseguire la funzione con il nome "FunzioneStampaCiaoMondo", posizionate il cursore nella cella in cui volete scrivere il messaggio, ad esempio quella B4 e scrivete nella cella il nome della funzione preceduto dal segno uguale (=), nel modo seguente:
=FunzioneStampaCiaoMondo()
Ricordate che il nome di una funzione termina sempre con una coppia di parentesi tonde.
L'immagine mostra come scrivere la funzione nella cella:

Attenzione per scegliere una funzione tra quelle suggerite, basta fare un doppio sul nome oppure premete il tasto tab.
COME VISUALIZZARE IL MESSAGGIO CON UNA FORMATTAZIONE
La procedura seguente visualizza il messaggio "Ciao Mondo", con le seguenti impostazioni:
Font: Times New Roman
Dimensione: 14
Stile: Bold (Grassetto)
' Procedura
Sub ProceduraStampaCiaoMondoFormattato()
With ActiveCell
.Value = "Ciao Mondo"
.Font.Name = "Times New Roman"
.Font.Size = 14
.Font.Bold = True
End With
End Sub
La struttura With Prefisso ... End With si usa in Basic per evitare di usare il prefisso ActiveCell prima di ogni proprietà inclusa nella struttura; la struttura With Prefisso ... End With è utile perché permette di abbreviare la scrittura del codice, altrimenti avremmo dovuto scrivere la procedura nel modo seguente:
Sub ProceduraStampaCiaoMondoFormattato()
ActiveCell.Value = "Ciao Mondo"
ActiveCell.Font.Name = "Times New Roman"
ActiveCell.Font.Size = 14
ActiveCell.Font.Bold = True
End Sub
Inserite la funzione seguente nella cella in cui stampare il messaggio.
Function FunzioneStampaCiaoMondo()
FunzioneStampaCiaoMondo = "Ciao Mondo"
End Function
Successivamente selezionate la cella in cui appare il messaggio con ALT+F8 eseguite la procedura seguente:
Sub ProceduraFormattaTesto()
With ActiveCell
.Font.Name = "Times New Roman"
.Font.Size = 14
.Font.Bold = True
End With
End Sub
Per creare una procedura che ogni volta che viene eseguita visualizza nella cella selezionata un messaggio diverso, dovete usare il comando:
In Basic le variabili prima di poter essere usate vanno dichiarate con il comando Dim, indicando il nome e il tipo di variabile:
Sub ProceduraStampaMessaggioDaInput()
Dim messaggio As String
messaggio = InputBox("Inserisci il messaggio da stampare", "Messaggio input")
If messaggio <> "" Then
With ActiveCell
.Value = messaggio
.Font.Name = "Times New Roman"
.Font.Size = 14
.Font.Bold = True
End With
Else
MsgBox "Nessun messaggio inserito.", vbExclamation
End If
End Sub
Function FunzioneStampaOgniVoltaMessaggioDiverso(messaggio as String)
Il tipo Double indica che le variabili sono di tipo decimale, mentre Il tipo Integer indica che le variabili sono di tipo intero.
' Calcola il valore netto scorporando la percentuale indicata
' percentuale deve essere indicata come valore numerico (es. 22 per 22%)
ScorporaPercentuale = valoreTotale / (1 + percentuale / 100)
End Function
• Rende il codice più chiaro e leggibile per chi lo legge.
• Permette al compilatore di identificare errori di tipo in fase di sviluppo.
• Migliora le prestazioni, perché VBA conosce il tipo di dato esatto da gestire.


La funzione restituirà il messaggio "In scadenza", se la data odierna sarà minore della data di scadenza, restituirà il messaggio "Scaduta", se la data odierna sarà uguale o maggiore alla data di scadenza, altrimenti non visualizzerà nulla, ovvero restituirà il messaggio "".
Come abbiamo già visto precedentemente in Basic le variabili prima di essere usate devono essere dichiarate con il comando Dim. I tipi di variabili più comuni sono String, Integer e Double, ma possono essere usati anche altri tipi, come Range, che indica le coordinate di una cella o di una selezione di celle e Variant, che spesso si usa per indicare qualunque tipo d'informazione.
Il Tipo Variant può essere indicato quando usiamo un tipo di dato speciale oppure non conosciamo il tipo di informazione che verrà memorizzata nella variabile.
Function ControllaScadenza() As String
Dim dataFattura As Variant
Dim rng As Range
Set rng = Application.Caller ' La cella da cui è stata chiamata la funzione
dataFattura = rng.Offset(-1, 0).Value 'Legge il valore della cella precedente a quella dove è stata chiamata la funzione
' (-1,0) legge il valore nella cella precedente (-1), della stessa colonna (0) a quella dove è stata chiamata la funzione
If IsDate(dataFattura) Then ' La funzione isDate controlla se il valore letto è una data
If Date >= dataFattura Then
ControllaScadenza = "Scaduta" 'Data odierna >= Data scadenza
Else
ControllaScadenza = "In scadenza" 'Data odierna < Data scadenza
End If
Else
ControllaScadenza = "" 'Data scadenza non presente oppure non corretta
End If
End Function
Per completare l'esempio, inserite la funzione nella cella B10 della Scheda di fatturazione e testatela inserendo nella cella B9 date diverse o nessuna data.
Nella prossima lezione vedremo le principali strutture di controllo del Basic e scriveremo semplici applicazioni con il linguaggio VBA di Excel.
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T U T O R I A L S S U G G E R I T I
- Competenze per programmare
- Impariamo Python giocando al "Solitario del ferroviere"
- Impariamo a programmare con JavaScript
- Laboratori di Logica di programmazione in C
- Introduzione alla Logica degli oggetti
- Ricominciamo ... dal Linguaggio SQL
- APP Mania
- Come sviluppare un Sito con Wordpress
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